Testosterone, un ormone prezioso: può far male al cuore?

TESTOSTERONE
Testosterone, un ormone prezioso: può far male al cuore?

É il testosterone che conferisce al maschio le caratteristiche sessuali che lo distinguono dalla femmina: tipo di distribuzione del grasso, aspetto e funzione degli organi genitali, distribuzione dei peli. Può essere presente in quantità superiori alla norma nelle donne con sindrome da Ovaio Policistico, che si accompagna a un aumento dei peli sul corpo, caratteristica tipica del maschio, e ad alterazioni del ciclo mestruale e della fertilità.

Il testosterone viene prescritto a uomini avanti negli anni, per supplire a una insufficiente produzione naturale dell’ormone. L’assunzione di testosterone, soprattutto se protratta nel tempo come di solito accade, può provocare danni al cuore? Il sospetto è fondato, come conferma una recente comunicazione ufficiale di FDA- Food and Drug Administration americana, che allertato i medici sull’obbligo di segnalare al paziente al quale prescrivono testosterone un possibile aumento del rischio di infarto.

Anche il testosterone infatti, come tutti gli ormoni, interferisce con la normale fluidità del sangue rendendolo più incline a coagulare: in soggetti che presentano fattori di rischio o predisposti ad eventi vascolari, può contribuire a causare la formazione di Trombi nelle vene o nelle arterie: trombi che causano Trombosi venosa (Flebite), Embolia, Infarto, Ictus.

La ricerca scientifica ed epidemiologica non ha portato per ora a risultati chiari in merito al rischio di Trombosi legato a un’eccessiva produzione naturale di testosterone o all’assunzione di testosterone come terapia per ragioni specifiche: di tre studi disponibili, due pongono il sospetto, il terzo non arriva a conclusioni certe, nonostante abbia seguito per tre anni oltre mille uomini ai quali veniva somministrato testosterone a scopo terapeutico.

Quello che sembra emergere è che l’assunzione di testosterone si correla con un aumento dei casi di infarto del miocardio negli uomini over 65 anni e in uomini più giovani, ma con precedente Infarto o Trombosi, o malati di Aterosclerosi: altri studi saranno necessari prima di poter dire una parola definitiva su questo argomento, che riguarda milioni di uomini.

Per oggi quello che sappiamo è che il testosterone peggiora le apnee notturne (fattore di rischio per infarto e ictus cerebrale), stimola l’aumento di volume della prostata e potrebbe accelerare la crescita di un tumore della prostata non ancora diagnosticato, aumenta la dimensione delle ghiandole mammarie (mammelle), influisce sulla produzione di sperma e certamente contribuisce a creare uno stato di eccessiva tendenza del sangue a coagulare.

Prima di prescrivere testosterone quindi il medico dovrebbe sempre selezionare il paziente bilanciando i benefici e i rischi della terapia: compilare un profilo di rischio specifico del paziente significa sistemare tutti i pezzi del puzzle a partire dalla storia personale e famigliare per arrivare ai fattori di rischio cardiovascolare specifici e ben noti, quali pressione del sangue elevata (ipertensione), alti livelli di colesterolo protratti nel tempo, diabete, precedente infarto, ictus cerebrale, trombosi venosa,embolia, flebiti, non solo nel paziente, ma anche nei parenti consanguinei.

L’analisi del profilo di rischio cardiovascolare globale del paziente viene eseguita dal medico, al quale servono però le informazioni fondamentali: il paziente si deve far trovare pronto a fornire le informazioni che riguardano lui stesso e la sua famiglia, per collaborare alla decisione in merito a una terapia che può essere necessaria, ma deve essere iniziata solo dopo aver preso in considerazione il paziente nel suo insieme.

Se il medico ritiene che la terapia sia indispensabile, raccomanderà esami periodici del sangue e strumentali da eseguire prima dell’inizio della cura e durante la stessa, per sorvegliare l’equilibrio del sistema della coagulazione e la salute delle arterie e delle vene.

Deve fornire al paziente le informazioni necessarie perché possa da solo riconoscere i campanelli d’allarme che possono segnalare la sofferenza di una parte del corpo in fase iniziale, prima che il danno sia troppo esteso o diventi irreversibile.

In questo ALT svolge un compito fondamentale, grazie a SALTO, il periodico che affronta con linguaggio semplice e comprensibile a tutti argomenti complessi , che riguardano la salute cardiovascolare e la prevenzione delle malattie più temibili ma evitabili, quali le malattie da Trombosi: Infarto , Ictus cerebrale, Trombosi delle vene o delle arterie, Embolia: perché nessuno possa dire un giorno “Io non lo sapevo”.

Fonte Mayo Clinic aprile 2017

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