L’infarto non è un mondo solo per vecchi

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L’infarto non è un mondo solo per vecchi

Iker Casillas, grande portiere della squadra di calcio del Porto, è stato colpito da Infarto: i bollettini medici stanno diffondendo informazioni positive sull’efficacia delle cure e sulle possibilità di rapida ripresa del portierone.

Siamo abituati a pensare che l’infarto sia un problema che affligge le persone anziane: non è più così, l’Infarto non è più un mondo solo per vecchi, anche se diventa più probabile con il passare degli anni e in presenza di una squadra di complici ben noti, come il colesterolo alto, il diabete, il sovrappeso, il fumo, la pressione del sangue alta e mal controllata, l’aterosclerosi, lo stress prolungato, o se si appartiene a una famiglia nella quale si sono verificati casi di infarto o di altre malattie da trombosi soprattutto se precoci.

A volte l’Infarto nelle persone giovani si manifesta durante o dopo una malattia infettiva grava con febbre elevata, o in presenza di malattie infiammatorie croniche che alterano l’equilibrio della coagulazione del sangue rendendolo più incline a coagulare e a formare trombi.

Ma che cos’è l’Infarto del miocardio? Il cuore è un muscolo cavo, l’Infarto è la conseguenza della morte di una parte più o meno estesa delle fibre muscolari che lo compongono: se le fibre rimangono senza ossigeno soffrono e muoiono.

L’ossigeno arriva al muscolo cardiaco attraverso le arterie coronarie. Queste possono chiudersi durante uno sforzo, per una forte emozione, perché sono rigide: ma la maggior parte degli infarti è causata da un trombo, un coagulo di sangue che si forma in un ramo delle arterie coronariche, rallentando o bloccando la circolazione del sangue e uccidendo le cellule rimaste senza ossigeno.

Sindrome coronarica acuta, ischemia, angina, infarto del miocardio, attacco di cuore: tanti nomi diversi per indicare una sofferenza del cuore causata da un improvviso e significativo blocco della circolazione del sangue in uno o più rami delle arterie coronariche: l’ossigeno manca, le cellule soffrono, segnalano la propria sofferenza con il dolore e poi muoiono.

Parliamo di infarto del miocardio per indicare la distruzione e la morte di una parte del tessuto muscolare cardiaco. Il cuore è un muscolo: se una parte del cuore soffre, l’efficienza del cuore nel pompare sangue si riduce, e tutto il corpo, a partire dal cervello, ne risente.

L’angina è il dolore causato dalla sofferenza di alcune cellule del cuore alle quali manca l’ossigeno per colpa di un difetto nella circolazione del sangue, ma senza che muoiano. Ė un dolore al petto, che compare a riposo o sotto sforzo: è un segnale d’allarme da non sottovalutare, può essere il primo segno di una sofferenza del cuore che precede un vero e proprio infarto, oppure un segnale della efficacia solo parziale dei farmaci prescritti dal medico in chi ha già avuto una sindrome coronarica

L’angina deve sempre essere segnalata al medico curante.

I sintomi

Sono di solito improvvisi:

• dolore al petto, malessere, senso di oppressione, morsa che stringe il cuore, bruciore.

• Il dolore può irradiarsi dal petto alla spalla, alle braccia, allo stomaco, alla schiena, al collo, alla mandibola

• Nausea, vomito, senso di peso sullo stomaco come da cattiva digestione

• Mancanza di respiro

• Sudorazione profusa

• Sensazione di testa vuota, voglia di svenire, vertigini

• Senso di spossatezza insolito e ingiustificato

• Senso di angoscia

Il dolore al petto è il sintomo più frequente, ma intensità e qualità dei sintomi può variare molto in funzione dell’età, delle malattie concomitanti.

Le donne hanno di solito sintomi molto più sfumati, per questo spesso sottovalutati.

Questi sintomi non devono mai essere sottovalutati, soprattutto se si manifestano in persone che soffrono di diabete, ipertensione, di aterosclerosi, sono anziani, hanno già avuto un infarto o un altro evento da trombosi, abusano del fumo di sigaretta, o di sostanze stupefacenti, appartengono a una famiglia nella quale si sono verificate malattie da trombosi o embolia soprattutto in giovane età.

I sintomi dell’infarto sono a volte causati invece da una aritmia, un battito del cuore che improvvisamente diventa irregolare, e provoca la riduzione del flusso del sangue nelle coronarie

Due dita sul polso possono aiutarci a capire se la causa del nostro malessere è un’aritmia (Progetto ChYP).

Le cause

Le coronarie si ammalano di aterosclerosi per colpa di più fattori di rischio che fanno squadra per minarne la salute: livello di colesterolo troppo alto e troppo a lungo nel sangue, glicemia alta non controllata, diabete non curato in modo adeguato o trascurato, sovrappeso, alimentazione sbilanciata troppo ricca di grassi soprattutto animali e cotti e povera di verdura e frutta o troppo ricca di sale , pigrizia, fumo di sigaretta, ipertensione mal controllata o non diagnosticata, età, stress prolungato e intenso: quanti più fattori sono presenti contemporaneamente, tanto più probabile sarà che le coronarie si ammalino di aterosclerosi e si chiudano per una trombosi causando un infarto .

I fattori di rischio per infarto sono comuni a tutte le malattie cardio e cerebrovascolari in particolare a quelle causate da trombosi: l’eclampsia, il rallentamento della crescita del feto, le gravidanze problematiche con distacchi di placenta e sofferenza fetale sono un fattore di rischio specifico per la donna.

L’evento scatenante dell’infarto può essere uno spasmo (improvvisa contrazione del vaso con rallentamento significativo del flusso) ma molto più spesso è un trombo, un coagulo di sangue che si forma sulla parete di una coronaria malata e infiammata e la chiude, togliendo ossigeno alle cellule che da quella coronaria ricevevano sangue e uccidendole.

A volte la riduzione dell’afflusso di sangue alle cellule muscolari del cuore non è sufficiente ad ucciderle ma solo a farle soffrire: l’efficienza del cuore si riduce, compare il dolore soprattutto da sforzo, compaiono le aritmie.

Trombosi? No grazie

Perché nessuno un giorno possa dire “..io non sapevo..” chiediamo a chi ci legge di condividere questi nostri messaggi: le malattie da trombosi possono essere evitate in un caso su tre. Con l’informazione.

Font mayo clinic maggio 2019

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