Laura: se fosse stato un uomo

STORIE DI TROMBOSI
Laura: se fosse stato un uomo

Non era felice, Laura. Suo marito se n’era andato e lei si era sentita morire. Aveva provato rabbia, malinconia, senso di colpa, profondissimo dolore. I primi mesi erano stati tremendamente duri, poi aveva deciso di rimboccarsi le maniche. Non si sarebbe lasciata distruggere da un amore finito. Avrebbe ripreso in mano la sua vita, complice l’arrivo di un nipotino che in primavera l’avrebbe resa nonna. Una notizia così dolce da farle sembrare tutto immediatamente più bello.

Quella mattina aveva deciso di arrivare prima in ufficio, sfidando la neve, per consegnare al suo capo, il professore, entro le 10, il lavoro pattuito. Scriveva al computer di buona lena, con energia e determinazione, fino a quando, una coltellata improvvisa al centro del petto, le bloccò il respiro.  Un attimo e fu il buio. Il professore aveva sentito il tonfo, insieme al tonfo era sparito il rumore dei tasti, per questo si era affacciato alla porta: donna, giovane, non fuma, non può essere un Infarto, sarà un’ulcera gastrica,vediamo se si riprende con un po’ d’acqua.  Così, qualcuno chiamò un’ambulanza e la diagnosi fu immediata: si era trattato di un infarto. Era arrivato diretto e pungente, senza senza nemmeno un preavviso.

Laura rimase per qualche giorno in bilico tra la vita e la morte, lì dove non esistono il sole e la luna, ma solo i neon dell’unità coronarica. I medici parlavano poco e scrivevano molto, guardavano i monitor, si interrogavano l’un l’altro, ogni tanto la sfioravano con lo sguardo. Certo, avevano più confidenza con le macchine che con la pelle dei malati. Ma quel metodo scientifico, freddo in apparenza, si rivelò efficace visto che Laura oggi può dire di aver vinto la sua battaglia. In ospedale le spiegarono che la causa dell’infarto era stato il diabete: anche suo padre ne aveva sofferto, ma non pensava che sarebbe potuto succedere anche a lei. E insieme al diabete, si era messo in disordine il sistema della coagulazione del sangue. Tale accoppiata aveva ostruito con un Trombo la sua coronaria. Il Trombo era poi stato sciolto grazie all’intervento medico: le avevano iniettato un liquido e impiantato una retina metallica che le avrebbe tenuto aperta la coronaria, per sempre.

Infarto risolto, paura passata. Così Laura è tornata a casa pronta a prendersi cura di sé, seguendo le indicazioni dei medici: assumere un’aspirina ogni giorno a stomaco pieno, andare in piscina due volte a settimana per fare ginnastica e camminare, almeno mezz’ora ogni giorno, indossando scarpe basse e vestiti comodi. E poi: imparare a essere serena. Del resto, se lei fosse stata un uomo, con quei sintomi, il professore non avrebbe sbagliato la diagnosi: sarebbe andato a colpo sicuro. Ma con una donna, è tutto più difficile.La prossima volta, non sbaglierà!

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