Pressione alta? Curala da solo…in parte

TROMBOSI DALLA A ALLA Z
Pressione alta? Curala da solo…in parte

Lo studio

È stato pubblicato in questi giorni su New England Journal of Medicine il risultato di una ricerca compiuta da un gruppo di medici inglesi che hanno analizzato la storia di 500 pazienti con ipertensione (pressione alta) ed almeno un precedente evento cardiovascolare (Infarto, Ictus cerebrale, malattia delle arterie, Embolia), quindi pazienti considerati ad alto rischio per nuovi eventi e nei quali un adeguato controllo della pressione è assolutamente necessario.

I pazienti sono stati divisi in due gruppi: quelli che seguivano le istruzioni dei medici e facevano solo periodiche visite di controllo e quelli che monitoravano con frequenza la propria pressione e modificavano leggermente le dosi dei farmaci in funzione delle variabili legate alla stagione, allo stress, al peso corporeo. L’osservazione dei due gruppi è durata un anno: in questo periodo si è confermato che i pazienti che si misuravano la pressione in modo corretto e costante e adeguavano le dosi dei farmaci avevano un risultato nettamente migliore rispetto ai pazienti del gruppo di controllo che seguivano pedissequamente le indicazioni del medico senza controlli intermedi.

“Il paziente che viene coinvolto e motivato a misurarsi la pressione del sangue con continuità, dopo essere stato adeguatamente informato su come fare e quando farlo, è determinante nel successo della cura: ma sono ancora troppo pochi i pazienti che collaborano e troppi quelli che si affidano solo alle visite mediche periodiche”.

Informazioni utili per misurare la pressione come si deve, senza esagerare e senza essere superficiali:

• la pressione tende a salire d’inverno con il freddo e a scendere d’estate con il caldo;

• la pressione tende a salire in montagna oltre i 1000 metri;

• la pressione va misurata su ambedue le braccia, tre misurazioni per braccio, e va considerata la media delle tre misurazioni: questo valore viene fornito dallo strumento in automatico;

• se il paziente ha una aritmia (fibrillazione atriale, flutter o altro) la misurazione dell’apparecchio elettronico potrebbe non essere fedele alla realtà: solo alcuni degli strumenti in commercio segnalano la presenza di aritmia, e questi dovrebbero essere preferiti agli altri. Il vostro farmacista vi darà le indicazioni adeguate. Quando le misurazioni eseguite una di seguito all’altra danno valori molto diversi, è il caso di sospettare un’aritmia;

• la pressione va misurata stando seduti, rilassati, per almeno cinque minuti e con il braccio all’altezza del cuore;

• i farmaci non vanno mai dimenticati, o cambiati a piacimento: il paziente dovrebbe tenere un diario nel quale annotare variazioni, dimenticanze e sintomi, ed eventuali modifiche della terapia, incluse le ragioni per cui le modifiche sono state fatte: questo deve essere portato in visione al medico curante alla successiva visita di controllo;

• sono disponibili e scaricabili da internet sistemi di registrazione automatica della pressione (app), per tablet o cellulari, che possono essere molto utili per chi soffre di ipertensione e quindi dovrebbe misurarsi la pressione almeno tre volte la settimana a metà mattinata, tenendo conto delle variazioni del clima, del proprio peso corporeo, della propria attività fisica, della propria situazione di stress;

• chi ha la pressione normale, dovrebbe misurarla almeno una volta ogni sei mesi.

La prima volta?

Anche i bambini potrebbero avere la pressione alta. Vale la pena che una volta ogni due anni anche loro la misurino, magari insieme ai genitori: potrebbe diventare un gioco di famiglia che salva la vita.

Le malattie cardiovascolari sono l’incontro più probabile per ognuno di noi, i medici hanno imparato a curarle meglio, e a salvare la vita dei pazienti, ma non basta: il numero di coloro che verranno colpiti nei prossimi anni è pericolosamente in aumento, e nessun sistema sanitario sarà in grado né di coprire le spese necessarie per curare ed assistere tutti coloro che potrebbero esserNe colpiti, né di aiutare le famiglie.

Infarto, Ictus ed Embolia sono malattie causate dalla Trombosi: un coagulo di sangue che si forma in una arteria o in una vena, che causa la morte in un caso su tre, o grave invalidità in un terzo dei casi. Solo uno su tre se la cava, ma con un grande spavento e il terrore che succeda di nuovo. Chiedetelo a chi è stato colpito, o a chi gli vive accanto: se potesse, vorrebbe tornare indietro, ed essere informato e motivato con più insistenza a modificare per tempo fattori di rischio che minano lentamente e inesorabilmente la salute vascolare e portano alla malattia e all’invalidità.

Le malattie cardiovascolari possono concretamente essere evitate, almeno in un caso su tre, analizzando il proprio stile di vita e modificando i fattori d rischio finché si è in tempo. È un lavoro che ognuno di noi può fare per se stesso e per la propria famiglia, e che non può esser delegato ad altri.

Prendiamone atto, e pensiamo seriamente da dove vogliamo cominciare ad investire sulla nostra salute.

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