Attività fisica: è consigliata agli ex pazienti di malattie cardiovascolari?

SALUTE CUORE
Attività fisica: è consigliata agli ex pazienti di malattie cardiovascolari?

Svolgere attività fisica in modo intelligente non significa necessariamente allenarsi per partecipare alle Olimpiadi: significa che ognuno di noi deve trovare il tempo, ogni giorno e in mezzo alle mille attività di ciascuno, da dedicare all’esercizio fisico, ciascuno in funzione delle proprie possibilità e caratteristiche. Più attività significa più salute per il cuore, il cervello, le arterie e le vene: non solo, ma migliora la salute delle ossa, dei muscoli e l’umore.

Essere pigri significa moltiplicare la probabilità di andare incontro prima o poi a Infarto, Ictus, Trombosi, Embolia, diabete, ipertensione, aumento dei livelli di colesterolo nel sangue e conseguente aterosclerosi e demenza. Dovremmo saperlo tutti: eppure 25 donne su 100 e 22 uomini su 100 sono assolutamente pigri e non svolgono alcun tipo di attività fisica. Non serve esagerare: svolgere attività fisica in modo organizzato e costante fa bene a tutti, a coloro che sono in buona salute e si credono invincibili, e a coloro che hanno già avuto un incontro ravvicinato con un problema cardiovascolare e si sentono fragili.

I pazienti che hanno già avuto un evento cardio o cerebrovascolare, come una Trombosi, un Infarto, un Ictus cerebrale, che hanno subito un bypass o un’angioplastica o un intervento di chirurgia vascolare, o che soffrono di diabete o ipertensione o hanno livelli di colesterolo alti troppo a lungo nel tempo o aterosclerosi già diagnosticata abbiano bisogno di decidere di scegliere un programma di attività fisica strutturata in modo organizzato, perché ne hanno “bisogno”: un programma che ovviamente deve essere compatibile con le fragilità e le caratteristiche di ognuno, che si aggiunga alla riabilitazione guidata da professionisti fisiatri o fisioterapisti. Per ogni persona “un abito su misura”. È questa, per fortuna e finalmente, la strada che sta riprendendo la medicina, non solo in termini di prevenzione ma anche di cura: perché ognuno di noi può essere classificato in funzione delle caratteristiche generali (genere, peso, precedenti, farmaci e malattie in corso) in un gruppo, ma rimane comunque speciale e non tutti gli abiti calzano nello stesso modo su tutte le persone del gruppo.

Quanta e quale attività fisica è consigliata in pazienti che convivono con le più comuni malattie cardiovascolari? Attività fisica aerobica come nuoto, ballo, bicicletta, cammino, salire e scendere le scale: moderata all’inizio, ma aumentandone progressivamente durata e intensità, giorno per giorno, 10 minuti per volta, senza arrivare ad avere il respiro corto e controllando il battito del cuore con due dita sul polso, per verificare che sia “ritmico” e non disordinato” risponde la dottoressa Rota Vender. Avere uno stile di vita salutare (senza fumo, sedentarietà e sovrappeso e con un’alimentazione equilibrata) è fondamentale per limitare il pericolo anche di trombosi di cui ogni anno in Italia si verificano circa 600mila nuovi casi, ovvero 1.150 alla settimana, 166 al giorno. Le probabilità di sviluppare un evento trombotico riguardano una persona ogni mille nella popolazione generale, ma il rischio sale negli anziani (over 70, una persona su 100) e scende nei più giovani (una su 10mila negli under 40).

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