Caffè sì, ma quanto?

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Caffè sì, ma quanto?

Le dosi:

Per quanto riguarda gli adulti sono tollerabili in termini di salute 400 mg al giorno di caffeina (mezzo grammo) che quivalgono al contenuto di 4 tazze di caffè, dieci lattine di coca cola o due bibite “energetiche”.

Un discorso diverso va fatto per i bambini: la caffeina è sconsigliata, in qualunque forma.

Mentre per gli adolescenti è meglio non superare i 100 mg al giorno.

Attenzione: superare i limiti può provocare effetti sgradevoli ed è sconsigliato in persone malate o che assumono farmaci particolari.

Se superiamo i 400 mg al giorno e arriviamo a 600 mg al giorno potremmo avere effetti collaterali come:

• Disturbi del sonno: difficoltà ad addormentarci o sonno leggero o disturbato

• Iper reattività: siamo nervosi

• Irrequietezza

 Irritabilità

• Disturbi allo stomaco: bruciore, nausea, amaro in bocca

• Tachicardia ( battito del cuore accelerato)

• Tremori muscolari

Alcuni di noi possono essere sensibili all’effetto della caffeina più di altri: anche una sola tazza di caffè o di the può provocare effetti indesiderati, come irritabilità, nervosismo e disturbi del sonno. Queste reazioni possono dipendere dalla nostra personalità e dalle nostre abitudini: in persone non abituate la caffeina può provocare effetti negativi anche se consumata in piccole dosi.

Incidono anche la massa corporea, l’età, i farmaci e lo stato di salute generale: attenzione alla caffeina in chi soffre di disturbi d’ansia o prende farmaci antidepressivi. Ricerche recenti suggeriscono che gli uomini siano più suscettibili delle donne.

Il sonno è importante per seguire uno stile di vita sano e l’ideale per un adulto sembra essere di almeno sette ore ogni notte.

La caffeina può interferire con il bisogno di sonno, abituandoci a dormire meno del necessario. Molte ragioni, quali il lavoro, lo stress, i viaggi o l’ eccessivo consumo di caffeina contribuiscono a disturbare ed accorciare il nostro sonno, ma la mancanza cronica di sonno si accumula nel tempo e arriva a interferire con le nostre capacità di svolgere le nostre attività quotidiane.

Usare la caffeina per rimanere svegli e ridurre il proprio bisogno di sonno può creare un circolo vizioso: ricorriamo a bevande eccitanti per rimanere svegli durante il giorno, ma la caffeina che esse contengono può impedirci poi di prendere sonno la sera, accorciare o disturbare il sonno notturno.

Chi assume farmaci integratori deve fare attenzione alla caffeina perché rischia interazioni ed effetti indesiderati. Alcuni esempi:

• Antibiotici: ciprofloxacina e norfloxacina sono antibiotici che possono interferire con il metabolismo della caffeina prolungandone la permanenza in circolo e amplificandone gli effetti.

• Teofillina: è un farmaco broncodilatatore che favorisce il passaggio dell’aria nei bronchi e quindi la respirazione. Associata alla caffeina ne amplifica gli effetti fino a causare nausea, vomito e palpitazioni.

• Echinacea: è un’ erba spesso utilizzata per la prevenzione dell’influenza, delle sindromi catarrali o del raffreddore. Può aumentare la concentrazione di caffeina nel sangue in chi beve caffè o the o coca cola amplificandone gli effetti collaterali come irritabilità, vomito e palpitazioni.

Chi prende abitualmente farmaci o supplementi deve porre attenzione a tutto questo ed eventualmente evitare del tutto bevande contenenti caffeina per non correre rischi.

Cambiamo abitudini?

Chi si riconosce in una delle descrizioni fin qui fatte, o chi vuole risparmiare salute e denaro può scegliere di evitare del tutto le bevande contenenti caffeina, una soluzione drastica, ma possibile. Comunque sospendere bruscamente il consumo di caffeina potrebbe provocare alcuni effetti di rimbalzo, una specie di sindrome da astinenza: mal di testa, stanchezza, irritabilità, nervi a fior di pelle, sintomi importanti che tuttavia di solito scompaiono nell’arco di pochi giorni.

Per un approccio più graduale, proviamo così:

• Tenete un diario: impariamo a leggere le etichette delle bevande confezionate e registriamo quanta caffeina consumate ogni giorno: potrebbe essere più di quel che pensiamo.

• Attenzione alla caffeina nascosta: piccole quantità di caffeina possono essere contenute nei cibi e non essere dichiarate sulle etichette, e potrebbero quindi sfuggirci, per esempio quella contenuta nel cioccolato!

• Riduciamo le dosi: ma facciamolo gradualmente, un po’ meno ogni giorno, una lattina di bibita o una tazza di caffè in meno ogni giorno, e niente bibite contenenti caffeina dal pomeriggio in avanti. Questo metodo può aiutare a ridurre progressivamente, e poi eliminare del tutto, il consumo di caffeina e i suoi effetti collaterali negativi.

• Passiamo al decaffeinato: molte bevande sono disponibili in formulazione senza caffeina ehanno un buon sapore.

• Accorciamo i tempi di infusione: nella preparazione del the, possiamo ridurre il tempo di infusione in modo da ridurre la quantità di theina che si libera nella bevanda. Oppure sostituiamo con the alle erbe, assicurandoci che non ne contenga affatto.

• Analgesici antiinfiammatori: attenzione alle etichette! Molti analgesici acquistabili senza ricetta contengono caffeina fino a 130 mg in ogni pillola: scegliamo un prodotto identico ma che non ne contenga.

E infine…

Molti adulti consumano caffeina durante il giorno senza problemi o effetti collaterali, ma abitudini che fino ad un certo punto della vita sono innocue possono diventare pericolose in alcuni di noi.

In aggiunta ad abitudini malsane come il fumo, la pigrizia, le droghe o a malattie come il diabete e l’ipertensione o ad elevati livelli di colesterolo protratti nel tempo, con il passare degli anni la caffeina può portare all’insorgenza di malattie cardiovascolari.

Le malattie cardiovascolari sono l’epidemia dei nostri tempi, colpiscono una persona su 100 ogni anno, una su dieci ogni dieci anni. Nessuno di noi può negare di conoscere almeno qualcuno che abbia avuto un infarto, un ictus, una trombosi delle arterie o delle vene: e tutti abbiamo almeno una volta visto quali danni queste malattie possono provocare sul paziente e sulla sua famiglia.

Investire in salute porta un elevato ritorno: le malattie cardiovascolari da trombosi possono essere prevenute in un caso su tre, una persona su tre potrebbe non essere colpita, non perdere la vita o evitare la qualità della vita legata alla disabilità o all’invalidità.

La prevenzione riduce in modo efficace la drammatica ricaduta non solo emozionale, ma anche economica sul paziente e sui suoi famigliari. Dipende in gran parte da noi, dalla nostra voglia di conoscere, di informarci, di essere obiettivi nel giudicare il nostro stile di vita e nel guardarci allo specchio, nella determinazione che mettiamo nel cambiare le nostre abitudini se pericolose o sciocche o insensate, e nel perseverare in scelte che portano vantaggio per prima cosa a noi stessi e ai nostri cari, sui quali non vogliamo pesare. Fonte Mayo clinic

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