Trombosi nei bambini: sintomi e cause in ambito neurologico  

TROMBOSI INFANTILE
<strong>Trombosi nei bambini: sintomi e cause in ambito neurologico  </strong>

Le malattie da Trombosi colpiscono in Italia 600mila persone ogni anno: si chiamano Infarto, Ictus cerebrale, Embolia polmonare, Trombosi delle vene e delle arterie. Colpiscono il doppio dei tumori, sono l’evento più probabile dopo i 65 anni, e colpiscono anche i giovani e i bambini, persino i neonati.

Le cause delle trombosi infantili – spiega la dottoressa Anna Rosati, MD, PhD, Responsabile Intra-SOC Neurofarmacologia Clinica. Centro Eccellenza Neuroscienze – SOC Neurologia Pediatrica, Azienda Ospedaliero-Universitaria “Anna Meyer”, Firenze – sono molteplici. Con il termine “coagulopatie”, si intendono patologie caratterizzate da un difetto dei fattori della coagulazione. Il difetto può essere di tipo sia quantitativo sia qualitativo e avere un’origine congenita o acquisita. La tendenza a sviluppare trombosi (trombofilia) può essere favorita da condizioni quali la presenza di catetere arterovenoso, malattie autoimmuni (sindrome da anticorpi antifosfolipidi, ad esempio), cardiopatie congenite, neoplasie, ecc. Rispetto all’adulto, inoltre, i fattori di rischio sono meno noti, difficilmente riconoscibili e più complessi”.

IN AMBITO NEUROLOGICO, QUALI SONO I SINTOMI DI UNA TROMBOSI VENOSA CEREBRALE NEL BAMBINO?

Le cause di una trombosi venosa cerebrale infantile sono molteplici. Le manifestazioni cliniche di una trombosi venosa cerebrale infantile sono aspecifiche, possono essere lievi e associarsi ai sintomi della condizione predisponente come infezioni e disidratazione, con conseguente ritardo diagnostico. I sintomi più frequenti sono: le crisi epilettiche, l’alterazione dello stato di coscienza fino all’encefalopatia, deficit neurologici focali con paralisi dei nervi cranici e/o emiparesi e segni di ipertensione endocranica quali cefalea, nausea e vomito. Le convulsioni sono più comunemente osservate nei neonati mentre sintomi neurologici focali, segni di ipertensione endocranica e irritabilità sono più comuni nei lattanti più grandi e nei bambini.

CON QUALE FREQUENZA SI MANIFESTA?

Più del 40% delle trombosi venose cerebrali infantili si verifica nel periodo neonatale, con un’incidenza di 2,6 per 100.000 bambini all’anno. L’incidenza in età infantile varia tra 0,4 e 0,7 per 100.000 bambini all’anno. Queste cifre sono probabilmente una sottostima della vera incidenza, soprattutto in relazione alla possibilità di forme paucisintomatiche e asintomatiche, in particolar modo in epoca neonatale.

QUALI SONO I FATTORI DI RISCHIO CORRELATI?

Così come per gli adulti, l’eziologia della trombosi venosa cerebrale nei neonati, nei lattanti e nei bambini è spesso multifattoriale, con una comorbidità predisponente identificata fino al 95% dei casi. “Le cause delle malattie trombotiche in pediatria – spiega la dottoressa Margherita Nosadini, Neurologa Pediatra, AZIENDA Ospedale Università di Padova – variano a seconda del distretto interessato (cerebrali o sistemiche), ma in generale i fattori che possono facilitare l’insorgenza di una trombosi includono infezioni, malattie infiammatorie, oncologiche, malattie della coagulazione del sangue, alcuni medicinali, sovrappeso, sedentarietà, immobilizzazione”.

Più nel dettaglio – continua la dottoressa Rosati –  le cause più comuni sono: la disidratazione, le infezioni della testa e del collo ed in particolare le otiti, le mastoidi e le sinusiti, le meningiti, le infezioni delle vie respiratorie, i traumi cranici e gli interventi neurochirurgici, la presenza di shunt ventricolo-peritoneale, la carenza di ferro e malattie ematologiche quali con anemia, l’anemia falciforme, la talassemia, l’anemia emolitica autoimmune e l’emoglobinuria parossistica notturna, le malattie autoimmuni quali il Morbo di Behcet, il LES e la sindrome anticorpi anti-fosfolipidi, le malattie croniche intestinali, la tireotossicosi, le leucemie e linfomi, i tumori primitivi cerebrali, le malattie cardiache e renali (sindrome nefrotica e  sindrome emolitico-uremica), i farmaci quali i corticosteroidi, le cromosomopatie quali la sindrome di Down e l’omocistinuria”.

È POSSIBILE PREVENIRE GLI EVENTI TROMBOTICI INFANTILI E QUALE È LA PROGNOSI?

La prevenzione delle trombosi – sottolinea la dottoressa Nosadini – inizia da uno stile di vita attivo e un’alimentazione sana, due elementi alla base di molti aspetti della nostra salute. In alcune situazioni specifiche che si riconosce essere associate a rischio di trombosi, ad esempio in corso di immobilizzazione per una frattura ossea, si possono mettere in atto delle misure preventive quali delle calze compressive per prevenire trombosi agli arti inferiori e terapia antitrombotica preventiva a basse dosi. La prognosi delle trombosi infantili varia a seconda del distretto interessato, ma in generale si tratta di condizioni che, se non riconosciute e trattate adeguatamente, possono condurre a esiti permanenti e in alcuni casi anche a decesso”.

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