Fame emozionale: conoscerla per dominarla

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Fame emozionale: conoscerla per dominarla

La fame incontrollabile legata a stati emozionali può sabotare il nostro tentativo di mantenere o ridurre il nostro peso: momenti difficili emotivamente impegnativi ci possono portare a spalancare il frigorifero. Istruzioni per l’uso!

Crampi per la fame, bramosia per il cibo: pulsioni che possono manifestarsi in momenti di fragilità emotiva, che ce ne rendiamo conto oppure no, in un periodo carico di stress o, al contrario, di noia.

La cattiva notizia è che soddisfare la fame incontrollabile legata alle emozioni rischia di sabotare il nostro programma di controllo del peso corporeo. Se stiamo cercando di mantenerlo o se invece stiamo lottando per perdere i chili di troppo, la fame emozionale ci arreca dei danni seri: ci porta a mangiare troppo e soprattutto cibi ricchi di calorie, di zuccheri, di grassi, che si andranno poi a depositare tutti sul nostro addome, sul nostro giro vita e, ancor peggio, sul nostro cuore.

La buona notizia è che la fame emozionale può essere tenuta a bada: analizzandola e combattendola, per riguadagnare il controllo delle nostre abitudini alimentari,con buona pace per la nostra autostima.

UMORE, CIBO E PESO: QUALE RELAZIONE?

La fame emozionale è una reazione istintiva che mira ad alleviare le emozioni negative, come il dolore, l’ansia, il senso di inadeguatezza, la rabbia, la paura, la noia, la malinconia, il senso di abbandono per la perdita di chi ci è caro o del posto di lavoro.

La fatica del vivere quotidiano e i grandi cambiamenti nella vita scatenano forti emozioni in ognuno di noi, in modo diverso e con differente intensità, ma in alcune persone possono portare alla fame emozionale e rovinare gli sforzi necessari per mantenere un peso corporeo guadagnato con fatica o da riconquistare con impegno.

Da dove nasce la fame emozionale? Da:

  • Relazioni sentimentali conflittuali
  • Stress sul luogo di lavoro
  • Stanchezza
  • Problemi finanziari
  • Malattie

Alcuni di noi reagiscono ai problemi rifiutando il cibo, a stomaco chiuso, altri reagiscono buttandosi sul cibo in modo compulsivo, senza nemmeno trarne godimento.

Le nostre emozioni sono strettamente collegate al cibo e possono portarci a mangiare istintivamente e senza che ce ne accorgiamo ogniqualvolta ci troviamo di fronte a una minaccia.

Il cibo può essere un rifugio, o diventare una distrazione: se siamo preoccupati per qualcosa che sta per accadere o stiamo cercando di gestire una situazione di conflitto di qualunque tipo, accade che ci buttiamo sul cibo per cercare gratificazione o per sfuggire alla necessità di affrontare una situazione che ci fa stare male.

Di qualunque tipo siano le emozioni che stiamo cercando di gestire, la conclusione è la stessa: si ripresenteranno e ci troveremo a doverle comunque affrontare di nuovo, portandoci dietro, in aggiunta, un profondo senso di colpa per non averle sapute affrontare e risolvere al momento opportuno e con la frustrazione per aver perso il controllo su noi stessi e sul nostro peso.

E’ così che si instaura un circolo vizioso e pericoloso, nel quale le emozioni ci portano a mangiare troppo e male, ci sentiamo in colpa per aver ceduto e ci consoliamo continuando a mangiare male o peggio.

Recuperare il controllo e il peso: si può fare.

Se siamo colpiti da fame emozionale combattiamola, cominciando da qui:

  • Annotiamo su un diario accuratamente ogni cosa che mangiamo: in modo scrupoloso e puntuale scriviamo quanto e che cosa mangiamo, quanto siamo arrabbiati e come ci sentiamo mentre mangiamo. Rileggendo questi appunti potremmo comprendere quei fattori scatenanti che spiegano il legame fra il nostro umore e il cibo.
  • Impariamo a dominare lo stress: se lo stress scatena la nostra fame emozionale impariamo a gestirlo con una delle tante tecniche che esistono e sono efficaci come lo yoga, la meditazione, la respirazione, l’attività fisica aerobica.
  • Che tipo di fame abbiamo: com’è la nostra fame? Vera e fisica oppure emozionale? Abbiamo mangiato poche ora fa e non abbiamo brontolii nello stomaco (lo stomaco quando ha fame “brontola”): è fame emozionale e non fame vera. Stiamo lontano dal frigorifero, distraiamoci: la brama di cibo passerà.
  • Aiutiamoci: chi ha pochi affetti intorno più facilmente casca nella fame emozionale: se abbiamo bisogno di aiuto chiediamolo, lo troveremo.
  • Stop alla noia: stop agli snack e ai gelati, non compriamoli, andiamo a far due passi, guardiamo un bel film, prendiamo fra le mani un buon libro o ascoltiamo la musica o facciamo due chiacchiere con un amico, in qualunque anche via social.
  • Lontano dalle tentazioni: non mettiamoci alla prova cercando di resistere al cibo che abbiamo in frigorifero: semplicemente non mettiamocelo, non compriamolo! E niente supermercato quando siamo arrabbiati o affamati, rimandiamo la spesa!!
  • Non affamiamoci: dieta sì, ma senza punizioni eccessive. Possiamo permetterci ogni tanto qualcuno dei cibi che ci danno piacere: una dieta troppo stretta non ha senso e non aiuta, anzi, causa un atteggiamento di sfida nei momenti di fame emotiva. Saziamoci di cibi saporiti e buoni, ma sani, in quantità soddisfacente, masticando piano (il sapore del cibo si sente in bocca, non nello stomaco!), con qualche scappatella ogni tanto.
  • Spuntini sani: esistono, servono quando abbiamo fame fra un pasto e l’altro, un frutto è sempre un buon aiuto. E bere acqua lontano dai pasti, a piccoli sorsi, durante il giorno: a volte scambiamo per fame quello che è invece un istinto di sete. E poi esistono versioni a basso contenuto di grassi di tanti cibi che ci piacciono, possiamo scegliere quelle…
  • Imparare dagli errori: se ci siamo cascati e ci siamo fatti sopraffare da un periodo di fame emotiva, pazienza, perdoniamoci! Domani è un altro giorno. Capire in quale trappola siamo caduti e sapere dove stava nascosta ci può aiutare a non ricascarci di nuovo in futuro.
  • Lo sguardo va sempre rivolto al lato positivo delle cose, e ognuno di noi deve avere fiducia in se stesso e nella propria capacità di scegliere uno stile di vita migliore.

Aiuti professionali? 

E quando da soli non ce la facciamo, cerchiamo un aiuto professionale: senza paura, un professionista preparato può darci una mano decisiva per capire da dove arrivano i nostri sentimenti negativi, e per fornirci strumenti che ci aiutino a controllarli e a sopraffarli: conoscere il nostro nemico è indispensabile se vogliamo batterlo!

Fonte: Mayo Clinic

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